La sicurezza nelle piscine è un argomento molto vasto e complesso, dove entrano in gioco non solo i rischi per le persone che fruiscono delle aree sportivo-ricreative nella zona della vasca, ma anche quelli di bagnini, istruttori, addetti alle pulizie o personale addetto alla manutenzione degli impianti.
Nel primo caso stiamo parlando di rischi legati soprattutto a:
- annegamenti, traumi, lesioni;
- rischi da agenti microbiologici (es. legionella o, in generale, virus, batteri, protozoi e funghi);
- rischi da agenti chimici (ad esempio per sostanze derivate dall'acqua di alimento, per alghicidi, prodotti disinfettanti, correttori pH o altri contaminanti che possono essere introdotti dagli utenti, come sudore, sporco, creme solari, cosmetici, ecc.);
- rischi da agenti fisici (associati ad esempio all'eccessiva esposizione alla luce solare, al troppo caldo o al troppo freddo - nelle piscine da immersione).
In questo articolo, tuttavia, abbiamo voluto focalizzarci sulla seconda casistica, ovvero sui possibili rischi cui sono soggetti coloro che svolgono, a vario titolo, attività lavorative nelle piscine: aspetti spesso trascurati, ma invece fondamentali per la salute e sicurezza di queste persone.
Sicurezza nelle piscine: i rischi più comuni per gli addetti ai lavori
La sicurezza dei lavoratori nelle piscine riguarda quelle pubbliche, quelle private (ad esempio quelle condominiali, dove le attività di manutenzione non sono eseguite dagli abitanti dell'edificio ma da addetti esterni o dai custodi) e quelle residenziali/turistiche (presenti in alberghi, residence, campeggi, ecc.).
Oltre al rischio annegamento (sempre presente non solo per chi usufruisce della piscina ma anche per chi vi lavora vicino, ad esempio chi si occupa delle pulizie della vasca o a bordo della stessa, oppure, in generale, per tutti coloro che vi operano in prossimità e in situazioni solitarie - come in orario di chiusura), ecco alcuni dei rischi più importanti da considerare per i lavoratori:
- rischio chimico: oltre alla zona vasca, infatti, anche all'interno dei locali tecnici sono presenti diversi prodotti come quelli precedentemente citati (prodotti a base di cloro, antialghe, modificatori di pH, ecc.);
- rischio da lavoro in spazio confinato: molto spesso i locali tecnici delle piscine si trovano all’interno di vani interrati, angusti e di non semplice accesso, dove vengono svolte le attività di manutenzione e pulizia degli impianti.
A questi rischi, più tecnici, vanno considerati anche quelli che possono coinvolgere bagnini, istruttori o collaboratori sportivi:
- rischio da movimentazione manuale dei carichi, ad esempio per lo spostamento di attrezzature per il fitness, teli per la copertura della vasca (quando non è automatizzata), linee separatrici di corsie, ecc.;
- rischio elettrico/fulminazione/elettrocuzione: quando, ad esempio, vengono portate a bordo vasca prolunghe e ciabatte per far funzionare stereo e casse per attività quali acquagym, hydrobike, ecc.
La situazione è ancor più critica, inoltre, considerando che non sempre chi lavora in questi contesti ha svolto una formazione adeguata e specifica sulla sicurezza, trovandosi ad operare in modo non adeguatamente protetto (non per forza con Dispositivi di Protezione Individuale: talvolta capita che chi accede nei locali tecnici lo faccia in costume e infradito!).
Sicurezza nelle piscine: i rischi degli spazi confinati
Locali e vani tecnici delle piscine sono a tutti gli effetti degli spazi confinati, dove possono presentarsi diverse tipologie di rischio:
- presenza di sostanze chimiche citate in precedenza;
- carenza di ossigeno;
- inalazione di sostanze pericolose;
- rischio caduta;
- rischio incendio/esplosione;
- rischio elettrico, ad esempio per la presenza di pompe per il ricircolo dell'acqua;
- condizioni microclimatiche sfavorevoli (calore, umidità, ecc).
Sono molti i fattori che, in questo contesto, possono rappresentare una fonte di pericolo: dall'accesso con scale non a norma alla presenza di superfici umide o molto bagnate, dove magari viene svolta movimentazione manuale di carichi anche pesanti (i bidoni dei prodotti possono raggiungere pesi anche di oltre 50 kg nei casi più particolari).
Inoltre, in questi locali tecnici, le piscine a sfioro di solito hanno vasche di compenso dell'acqua che periodicamente dovrebbero essere svuotate e pulite: anche questo rappresenta un ulteriore rischio di lavoro in spazio confinato, con necessità di accedere da strette aperture poste in alto. A questo si aggiunga la carenza di apposite attrezzature (binari a scorrimento o paranchi a bandiera) per le procedure di emergenza legate all'eventuale recupero della/e persona/e all'interno di tali vasche.
In generale, poi, va considerato che spesso chi svolge qualsiasi attività all'interno di un locale tecnico ha anche il rischio di lavoro solitario: ulteriore elemento cui prestare attenzione in ambito di sicurezza nelle piscine.
Sicurezza nelle piscine e valutazione dei rischi
Per il rischio spazi confinati, la normativa di riferimento era inizialmente il D.Lgs. 81/08 (articoli 66 e 121 e Allegato IV, punto 3), ma in seguito è stato varato anche il DPR 177/2011 ("Regolamento recante norme per la qualificazione delle imprese e dei lavoratori autonomi operanti in ambienti sospetti di inquinamento o confinanti") con le linee guida e le procedure da rispettare.
Come abbiamo visto, però, sono diversi i fattori di rischio che possono essere presenti per i lavoratori che operano in ambito piscine: ecco perché è fondamentale redigere una completa e adeguata valutazione dei rischi, che tenga in considerazione anche il rischio chimico, l'uso di idonei DPI (dove necessari), l'idoneità dei locali di lavoro, oltre alla formazione, informazione e addestramento dei lavoratori.
Per approfondire queste tematiche, potresti trovare utili questi due articoli del nostro blog:
- Spazi confinati: normativa e formazione obbligatoria;
- La valutazione del rischio chimico sul lavoro.
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Scritto da: Giuseppe Jirillo Consulente e formatore specializzato in sicurezza sul lavoro e igiene alimentare, amante di calcio, tennis e sci. |