Impiegate in edilizia per contenere il getto di calcestruzzo, le casseforme sono attrezzature il cui utilizzo espone i lavoratori a rischi elevati.
Tra i Quaderni Tecnici pubblicati dall'Inail, per aumentare il livello di sicurezza nei cantieri temporanei o mobili, uno è rivolto - nello specifico - proprio all'uso corretto delle casseforme.
In questo articolo vediamo alcuni dei punti principali del documento, soffermandoci su:
- cosa sono le casseforme;
- scelta, montaggio, uso, trasformazione, smontaggio e manutenzione;
- formazione per i lavoratori.
Casseforme: cosa sono
Le casseforme sono attrezzature provvisionali che vengono utilizzate per realizzare una determinata opera o struttura. Nello specifico, servono per contenere il calcestruzzo sia nella fase di getto che di maturazione, perché possa acquisire la forma desiderata.
Una cassaforma dev'essere progettata e realizzata in modo da poter sopportare le azioni e le sollecitazioni cui può essere sottoposta durante la messa in opera del calcestruzzo. A seconda della struttura alla quale è destinata, dunque, è fondamentale svolgere un'analisi funzionale, per capire quale tipologia e quali dimensioni siano adatte per il caso specifico.
Una cassaforma può essere composta da diversi elementi, ma quelli minimi sono sempre: la superficie a contatto con il calcestruzzo, un elemento resistente e gli elementi di vincolo.
Per quanto riguarda le casseforme verticali (ovvero quelle necessarie per realizzare manufatti di inclinazione sulla verticale non maggiore a 5°), esse possono essere distinte in:
- a telaio;
- componibili a travi e correnti;
- a pannelli multistrato;
- a perdere;
- modulari;
- tradizionali;
- monolitiche;
- curvilinee regolabili;
- dedicate.
Vanno inoltre previste:
- attrezzature di servizio e protezione (come passerelle, impalcati e parapetti);
- attrezzature per l'accesso (scale e altri prodotti specifici integrati alla cassaforma).
Corretto utilizzo delle casseforme, per la sicurezza dei lavoratori
Per garantire la sicurezza dei lavoratori nei cantieri edili, nell'utilizzo delle casseforme, sono diverse le fasi da tenere in considerazione.
Dalla scelta della tipologia più adatta al montaggio, passando per l'uso vero e proprio dell'attrezzatura provvisionale fino alla trasformazione e smontaggio della stessa: ogni step deve essere svolto nel pieno rispetto di quanto previsto dal D.Lgs. 81/08 e dal manuale d'uso e di manutenzione. Vediamo, brevemente, ogni singolo passaggio.
Scelta della cassaforma
Dipende da quanto individuato nella valutazione dei rischi, per eliminarli o comunque ridurli al minimo. Tale valutazione deve considerare:
- altezza del getto da realizzare;
- geometria dell’opera;
- tolleranza e qualità di finitura del paramento di calcestruzzo;
- pressione massima esercitata dal calcestruzzo fresco;
- modalità di assorbimento della spinta del calcestruzzo;
- modalità di getto;
- modalità di compattazione del calcestruzzo;
- modalità di stabilizzazione delle casseforme.
Montaggio della cassaforma
Include tutte le fasi di stoccaggio, movimentazione, allestimento, installazione, applicazione del disarmante e controllo della corretta installazione.
L'impresa esecutrice dovrà inoltre:
- verificare (ed eventualmente effettuare) la pulizia dei componenti e delle superfici a contatto con il calcestruzzo;
- applicare il disarmante senza compromettere l'aderenza delle armature al calcestruzzo;
- verificare che la cassaforma e le barre di armatura siano compatibili.
Uso, trasformazione e smontaggio
Queste tre fasi riguardano, rispettivamente:
- contenimento del getto del calcestruzzo e maturazione (uso);
- le fasi comprese tra due utilizzi successivi (trasformazione);
- le fasi di fine esercizio che seguono l'ultimo utilizzo (smontaggio).
Ciascuna di essere deve essere svolta rispettando i limiti prestazionali, le condizioni di impiego, lo stoccaggio, i disegni esecutivi e gli schemi funzionali previsti dal fabbricante.
Manutenzione delle casseforme
Le informazioni sulle verifiche da effettuare sulla cassaforma sono incluse nel manuale d'uso e manutenzione.
Quest'ultima deve essere sempre eseguita da personale qualificato e prevedere verifiche su:
- superficie a contatto con il calcestruzzo (ad esempio: stato dei fori, distaccamento dello strato superficiale, degrado del materiale, rottura/distacco dei collegamenti, presenza di ammaccature, abrasioni, incisioni, rigature, planarità e deformazioni permanenti, ecc.);
- elementi resistenti, di vincolo, di stabilizzazione, di connessione (ad esempio: presenza di rotture/lesioni, di ammaccature, deformazione permanente, perdita di resistenza o di funzionalità, rottura/distacco dei collegamenti, ecc.);
- accessori di sollevamento (ad esempio: presenza di rotture/lesioni, di ammaccature, deformazione permanente, perdita di funzionalità, presenza di marcatura prevista per legge, degrado del materiale, rottura/distacco dei collegamenti, ecc.);
- attrezzature di accesso, di servizio e protezione (ad esempio: presenza di rotture/lesioni, di ammaccature, deformazione permanente, perdita di funzionalità, degrado del materiale, rottura/distacco dei collegamenti, ecc.).
Formazione all’uso delle casseforme
Riepilogando, la sicurezza delle casseforme dipende da fattori quali:
- utilizzo conforme al manuale di uso e manutenzione;
- ambiente di lavoro;
- corretta manutenzione degli elementi che la costituiscono;
- numero di utilizzi;
- corretto stoccaggio di elementi e componenti;
- stato di conservazione.
Come specificato anche nelle FAQ presenti alla fine del documento dell'Inail (che puoi consultare qui) i lavoratori addetti al montaggio, all’uso, alla trasformazione e allo smontaggio delle casseforme devono essere incaricati a tale scopo dal datore di lavoro, il quale deve aver provveduto a fornire loro un'adeguata informazione, formazione e addestramento.
Gli addestramenti obbligatori coinvolti in questo tipo di attività possono essere diversi (DPI contro le cadute dall'alto, lavori su fune, in quota o in spazi confinati, utilizzo di PLE, ecc.): se vuoi essere certo di garantire la sicurezza ai tuoi lavoratori, contattaci senza impegno per richiedere la consulenza di un nostro professionista o per organizzare un corso di formazione specifico.
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Scritto da: Marco Inama Socio fondatore di Studio Essepi, RSPP e consulente esperto in ambito sicurezza e sistemi di gestione, appassionato di golf. |