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Le malattie professionali nel settore dei trasporti su strada

Le malattie professionali nel settore dei trasporti su strada

In Italia, quello su strada è il tipo di trasporto prevalente, con oltre l'80% delle merci italiane che viaggia su gomma. Tuttavia, il rischio di incidente stradale non è l'unico da considerare.

Vanno, infatti, tenuti presenti anche quelli per la salute, quali ad esempio posture fisse e prolungate, vibrazioni, movimentazione manuale dei carichi, condizioni climatiche avverse, ecc. Senza dimenticare l'incidenza che possono avere anche i fattori di fragilità individuale, gli stili di vita e la percezione del rischio da parte dei lavoratori.

Una scheda, pubblicata sul sito dell'Inail, integra i dati sulle malattie professionali derivanti dagli archivi assicurativi dell'Istituto con quelli del sistema di sorveglianza Malprof. Vediamo alcuni punti interessanti, che possono essere utili per la programmazione delle attività di prevenzione delle malattie professionali nei trasporti su strada.

Malattie professionali e trasporto su strada: il contesto

In base ai dati Eurostat del 2018, il settore dei servizi di trasporto di persone, merci e correlate attività di stoccaggio ha impiegato in Europa oltre 10 milioni di persone, di cui il 52% nei trasporti stradali, ferroviari e per condotte.

Nella valutazione del rischio di malattie professionali nel trasporto su strada, bisogna considerare che l'attività lavorativa non si svolge in un luogo fisso, ma in contesti e situazioni diverse. Ad esempio, possono variare:

  • mezzi e tipologie costruttive;
  • condizioni manutentive;
  • carichi trasportati;
  • orari di lavoro;
  • alternanza, oltre alla guida, con altre attività (es. carico e scarico merci).

Ecco perché, come anticipato in precedenza, il rischio di incidente stradale è solo uno dei tanti fattori che possono incidere negativamente sulla salute e sicurezza dei lavoratori di questo ambito.

Guardando ad alcuni dati relativi al contesto lavorativo, nel periodo 2010 - 2019 il settore dei Trasporti si è posizionato al nono posto per numero di segnalazioni di malattia professionale con nesso di causalità valutato come positivo (il 3,2% del totale).

Inoltre, dal 2017 al 2021, si è registrato un decremento nel numero delle denunce di malattie professionali nel settore Trasporti su strada, con il peso relativo che è sceso dal 3,7% al 2,1% (un calo più accentuato di quello osservato in tutti gli altri settori).

Le segnalazioni con nesso positivo sono state, nella classe di età "50 e oltre", circa il triplo rispetto a quelle della fascia 15-49 anni. In generale, invece, le professioni più coinvolte sono state quelle dei conduttori di:

  • camion e mezzi pesanti (43,8%);
  • autobus, tram e filobus (26,2%).

Malattie professionali e lavoro-correlate nel trasporto su strada

Per fornire una stima dell’associazione tra il comparto Trasporti e le diverse malattie, è stato utilizzato il proportional reporting ratio (PRR), ovvero un indicatore che può essere applicato ai dati del sistema di sorveglianza Malprof (poiché tale sistema acquisisce informazioni di anamnesi lavorativa).

Dunque, l’associazione tra malattia professionale e il settore Trasporti su strada è stata calcolata come il rapporto tra il peso della malattia stessa, nel settore considerato, e il peso che essa ha nei restanti settori.

I valori PRR calcolati per il settore dei trasporti, quindi, mostrano alcune associazioni importanti. Ad esempio, si evidenziano non solo malattie professionali in senso tradizionale, ma anche malattie lavoro-correlate (WRD - work related diseases). Tale gruppo comprende una vasta gamma di affezioni dell’apparato muscolo-scheletrico e dei nervi periferici che, se da un lato possono verificarsi anche a prescindere da fattori di rischio occupazionale specifico (soprattutto con il progredire dell’età), dall'altro le esposizioni professionali tendono a renderle più diffuse, più precoci e più gravi.

Nel settore dei trasporti, specie tra gli autotrasportatori, le WRD si manifestano soprattutto a carico di schiena e arti superiori. All’eziopatogenesi delle patologie cronico-degenerative del rachide concorrono (anche in sinergia) i rischi connessi all’attività di autista:

  • posture obbligate con valori elevati di carico sui dischi intervertebrali;
  • vibrazioni trasmesse al corpo intero;
  • movimentazione manuale dei carichi;
  • microclima sfavorevole.

Di particolare rilievo patogenetico anche le operazioni di consegna di merci pesanti e ingombranti, dove talvolta è necessario anche superare scale e dislivelli. Spesso, infatti, il carico e lo scarico della merce vengono effettuati dall’autista, non sempre con l'utilizzo di ausili quali sponde mobili o carrelli elevatori.

Nel settore dei Trasporti, come accennato, sono particolarmente rappresentate le affezioni del rachide. Seguono quelle:

  • del cingolo scapolare;
  • dell’arto superiore.

Invece, sebbene la letteratura scientifica evidenzi un’associazione tra la guida di mezzi per 4 ore o più al giorno e lo sviluppo di degenerazione cartilaginea al ginocchio, nell'analisi dei dati Malprof non si registra un eccesso di patologie delle ginocchia. Tuttavia, come riportato nel documento, è anche possibile che per queste ultime "vi sia un fenomeno di under-reporting da insufficiente attenzione agli aspetti eziopatogenetici in fase diagnostica".

Altri fattori di rischio per le malattie professionali nei trasporti su strada

Altri elementi da considerare, tra le malattie professionali nel settore dei trasporti su strada, riguardano ad esempio l'esposizione a idrocarburi policiclici aromatici (IPA) e a gas di scarico dei motori diesel. Vari studi scientifici, infatti, evidenziano un eccesso di rischio di cancro a carico di diversi organi, tra cui la vescica.

Inoltre, emerge anche una correlazione tra l’insorgenza di tumore polmonare e l’esposizione a particolato atmosferico PM10 (che può derivare anche dalle emissioni dai motori diesel). Ad esse si aggiungono all’inquinamento atmosferico generale anche altre classi di particolato (PM2.5 e PM1).

Ad incidere sono, poi, anche gli stili di vita. Tra i comportamenti erronei che possono esporre i lavoratori a un rischio professionale più alto, vi sono:

  • alimentazione scorretta;
  • tabagismo;
  • sedentarietà;
  • abuso di alcool.

Infine, viene evidenziato come l’attività di autotrasportatore esponga il lavoratore anche a rischio di stress lavoro-correlato. Tale tipologia rientra tra i fattori di rischio associati all’accadimento di infortuni stradali.

Per approfondire, qui puoi consultare la scheda completa pubblicata sul sito dell'Inail.

Lavori nel settore dei trasporti e vuoi capire quali misure di prevenzione e protezione possono tutelare te e i tuoi dipendenti? Contattaci senza impegno per richiedere la consulenza di un nostro professionista.


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Scritto da: Mario Gelao


Consulente specializzato in prevenzione e sicurezza su lavoro, amante di lettura, cinema e disegno.


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