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Esposizione ad amianto: nuove norme di protezione dei lavoratori

Esposizione ad amianto: nuove norme di protezione dei lavoratori

L'esposizione all'amianto rappresenta ancora oggi uno dei rischi più pericolosi per la salute dei lavoratori nell'Unione Europea. Nonostante sia un materiale vietato da quasi vent'anni, la sua grande diffusione nel mondo dell'edilizia lo rende una minaccia particolare, soprattutto nella ristrutturazione degli edifici.

Ecco perché, di recente, il Consiglio e il Parlamento europeo hanno raggiunto un accordo su nuove norme di protezione dei lavoratori contro il rischio di esposizione all'amianto.

Di fatto, sono stati abbassati i valori limite di esposizione, allineando le norme ai progressi avuti nei metodi di misurazione. Vediamo, nel dettaglio, quali sono le novità e i prossimi step.

Esposizione ad amianto sul lavoro: nuovi valori limite di esposizione

Se nell'Unione Europea l'amianto è vietato dal 2005, in Italia il divieto di importazione, utilizzo e commercializzazione di questo materiale è in vigore già dal 1992.

Tuttavia, l’amianto è ancora molto presente negli edifici più vecchi, e rappresenta un problema - come detto - soprattutto nei lavori di ristrutturazione (quando i materiali contenenti amianto sono disturbati e i lavoratori rischiano di inalare le fibre rilasciate).

È importante sottolineare, infatti, che la legge italiana non prevede l'obbligo di rimozione dell'amianto, ma semmai quella di segnalare all'ASL di competenza la presenza di una struttura realizzata in tale materiale, per monitorarne lo stato di conservazione. Ad essere pericolosi, in particolare, sono i casi in cui lo stato di degrado (crepe, sfaldamenti, sgretolamento, ecc) possono rilasciare fibre di amianto nell'aria.

Il 28 settembre 2022 la Commissione ha pubblicato una proposta di revisione della legislazione sull'esposizione all'amianto sul luogo di lavoro. Per arrivare, appunto, all'accordo tra Consiglio e Parlamento su una nuova legge per rafforzare la protezione dei lavoratori.

Le norme concordate ridurranno inizialmente il valore limite massimo di esposizione di circa dieci volte rispetto a quello attuale: da 0,1 fibre di amianto per cm³ si passerà a 0,01 f/cm³. Inoltre, dopo un periodo transitorio di massimo 6 anni, gli Stati membri dovranno attuare un nuovo metodo di misurazione dei livelli di amianto, ovvero la microscopia elettronica. Essa consente di misurate le fibre di amianto sottili ed è più sensibile rispetto alla microscopia a contrasto di fase, attualmente in uso.

Una volta implementata la microscopia elettronica, gli Stati dell'UE avranno due opzioni:

  • misurare le fibre di amianto sottili (il valore limite massimo di esposizione rimarrà 0,01 f/cm³);
  • non misurare le fibre di amianto sottili (il valore limite massimo di esposizione sarà ridotto a 0,002 f/cm³).

Nuove norme di protezione dei lavoratori esposti ad amianto: misure e prossimi step

Secondo quanto previsto dalle nuove norme, le imprese che dovranno effettuare lavori di demolizione o rimozione dell'amianto saranno tenute a ottenere delle autorizzazioni dalle autorità nazionali.

Inoltre, prima di iniziare lavori di demolizione o manutenzione (in locali costruiti prima dell'entrata in vigore del divieto nazionale sull'amianto), il datore di lavoro dovrà adottare misure volte a individuare la presenza di materiali a potenziale contenuto di amianto. Per fare ciò, potrà ad esempio:

  • ottenere informazioni dai proprietari dell'edificio o da altri datori di lavoro;
  • consultare fonti di informazione pertinenti, come i registri.

D'altro canto, i lavoratori che possono essere esposti al rischio amianto, dovranno indossare adeguati dispositivi di protezione individuale e seguire una formazione obbligatoria (in base ai requisiti minimi stabiliti nella direttiva). Gli Stati membri dovranno anche tenere un registro di tutti i casi di malattie professionali correlate all'amianto, diagnosticate da un medico.

Nelle prossime fasi, gli ambasciatori degli Stati dell'UE saranno invitati ad approvare l'accordo in una delle future riunioni del Comitato dei rappresentanti permanenti. Il testo sarà poi sottoposto alla messa a punto giuridico-linguistica, prima di essere adottato dai ministri in una delle successive sessioni del Consiglio.

Una volta adottata la direttiva, gli Stati avranno tempo:

  • 2 anni, per introdurre il nuovo livello massimo di esposizione di 0,01 f/cm³;
  • 6 anni, per introdurre la microscopia elettronica.

Esposizione ad amianto: i numeri di una situazione da non sottovalutare

Le fibre di amianto in sospensione nell'aria, se inalate, possono provocare gravi malattie (es. cancro del polmone, mesotelioma pleurico), i cui primi segni possono manifestarsi anche dopo molti decenni.

Il cancro è la prima causa di decessi legati al lavoro nell'UE (52% ogni anno), e ben il 78% dei tumori professionali può essere messo in relazione all'esposizione all'amianto.

In generale, si stima che i lavoratori edili esposti all'amianto nell'UE siano tra i 4 e i 7 milioni. Altri settori coinvolti, in misura minore, sono:

  • treni, veicoli, navi e aeromobili;
  • gestione di rifiuti contenenti amianto;
  • industria estrattiva (amianto presente in natura);
  • scavo di gallerie;
  • costruzione e manutenzione di strade;
  • esposizione all'amianto durante campionamento e analisi.

Inoltre, poiché buona parte dei 220 milioni di unità immobiliari costruite prima della messa al bando dell'amianto saranno ristrutturate, adattate o demolite, si prevede che il numero di lavoratori esposti al rischio sia destinato ad aumentare del 4% all'anno fino al 2031.

Ragion per cui è importante sensibilizzare le figure che operano a potenziale contatto con amianto, per tutelare la loro salute e sicurezza. Per approfondire, sul nostro Magazine trovi altri due contenuti su questo tema:

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Scritto da: Michele Vasselai


RSPP, responsabile marketing e vendite specializzato in comunicazione d'impresa e sviluppo commerciale, motociclista e appassionato di basket.


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