Si sente spesso parlare di rischi per la salute e la sicurezza dei lavoratori. Ma cosa si intende, invece, per rischi trasversali?
Come indica la parola stessa, a differenza di quelli specifici (legati a determinate attività lavorative), si tratta di una categoria che riguarda rischi che possono interessare i lavoratori indipendentemente dal settore in cui operano o dalla loro professione.
Noti anche come "rischi organizzativi", quelli trasversali rappresentano di fatto la terza tipologia di rischio, oltre a quelle per la salute e per la sicurezza. Capiamo meglio, in questo articolo, la differenza tra i tre gruppi, prima di approfondire nel dettaglio cosa sono i rischi trasversali.
Le tipologie di rischi: sicurezza, salute e rischi trasversali
Come anticipato, i rischi presenti sul luogo di lavoro possono essere divisi in tre grandi categorie, ovvero:
- rischi per la sicurezza, di natura infortunistica;
- rischi per la salute, di natura igienico-ambientale;
- rischi per la sicurezza e la salute, di tipo trasversale.
Della prima categoria fanno parte, in sostanza, tutti quelli che possono comportare incidenti o infortuni, quindi danni o menomazioni fisiche (più o meno gravi) per il lavoratore. Avvengono come conseguenza di un impatto fisico-traumatico che può essere di diversa natura: elettrica, meccanica, chimica, termica, ecc. Nella maggior parte dei casi, le cause di questi rischi sono dovute a un assetto non idoneo delle caratteristiche di sicurezza che riguardano fattori quali:
- ambiente di lavoro;
- macchine e apparecchiature utilizzate;
- modalità operative;
- dispositivi di protezione collettiva e individuale.
I rischi per la salute (o igienico-ambientali) sono invece quelli che possono comportare una potenziale compromissione dell'equilibrio biologico del lavoratore. Ciò avviene soprattutto nel caso di addetti a operazioni o lavorazioni che riguardano l'emissione di fattori ambientali di rischio (di natura fisica, chimica e biologica), con esposizione del personale stesso. In tale categoria, le cause vanno quindi ricercate in condizioni igienico-ambientali non idonee.
Alcuni esempi di rischi per la salute possono essere quelli derivanti dall'esposizione a:
- agenti chimici;
- agenti biologici;
- agenti cancerogeni;
- radiazioni ionizzanti;
- rumore, vibrazioni;
- scarse condizioni igieniche;
- ecc.
La terza tipologia riguarda, infine, i rischi trasversali. Vediamola di seguito, nel dettaglio.
Rischi trasversali sul lavoro: cosa sono
Come anticipato, i rischi trasversali non sono limitati a un particolare ambiente lavorativo o a una specifica mansione, ma hanno un impatto diffuso sul benessere dei dipendenti.
In genere, i rischi trasversali sono più difficili da individuare rispetto a quelli per la sicurezza e per la salute, in quanto sono causati da più situazioni differenti e solitamente si manifestano nel lungo periodo nel lavoratore (una condizione di disagio, infatti, può sfociare a distanza di tempo in una vera e propria malattia professionale).
Nonostante le difficoltà nell'inquadrare in modo specifico i rischi trasversali, ancora oggi la classificazione più valida viene ritenuta quella fornita in un documento ISPESL del 1994, "Linee guida per la valutazione del rischio".
In tale documento vengono identificati 4 fattori che possono causare i rischi trasversali, ovvero:
- organizzazione del lavoro;
- fattori psicologici;
- fattori ergonomici;
- condizioni di lavoro difficili.
Seguendo queste 4 tipologie, alcuni esempi di rischi trasversali dovuti all'organizzazione del lavoro possono essere il lavoro notturno o su turni particolarmente gravosi, la movimentazione manuale dei carichi, l’attività al videoterminale, i lavori in continuo e, in generale, le mansioni svolte in condizioni usuranti.
Nella sfera dei fattori psicologici possono rientrare i rischi legati allo stress lavoro-correlato, alla sofferenza psichica (es. monotonia del lavoro, solitudine, rapporto conflittuale coi colleghi, ecc), sindrome di burn out, alienazione, ecc.
Tra i fattori ergonomici, correlati a strumenti o all'ambiente di lavoro, rientrano invece tutte le cause legate alla difficoltà di utilizzo degli strumenti, alla mancanza di istruzioni e informazioni sul loro uso o alle condizioni di insicurezza.
Infine, esempi di rischi trasversali dovuti a condizioni di lavoro difficili possono essere quelli riguardanti condizioni climatiche e di pressione logoranti, lavori in acqua, con animali, in ambienti confinati o comunque in situazioni di pericolo costante per il lavoratore.
Rischi trasversali sul lavoro: il documento di valutazione dei rischi
Come stabilito nel Testo Unico sulla salute e sicurezza, il datore di lavoro è tenuto a redigere un documento di valutazione dei rischi completo di tutte le situazioni rischiose che possono riguardare il lavoratore. Compresi, quindi, anche i rischi trasversali.
Il DVR deve dunque includere tutti i rischi e le misure di prevenzione per la salute e la sicurezza sul luogo di lavoro, ed è obbligatorio per le aziende con almeno un dipendente o socio lavoratore.
A seguito della stesura di tale documento (operazione che il datore di lavoro non può delegare, ma eventualmente può affidarsi a tecnici specializzati che lo supportino) sarà infatti possibile attuare un piano di prevenzione e protezione, con l'obiettivo di eliminare o ridurre al minimo le situazioni di rischio.
Tra le informazioni che devono essere contenute nel DVR vi sono:
- anagrafica aziendale;
- organigramma del servizio di prevenzione e protezione;
- descrizione del ciclo lavorativo;
- identificazione delle mansioni;
- relazione sulla valutazione di tutti i rischi;
- programma delle misure di prevenzione e protezione;
- programma degli interventi migliorativi necessari.
Per approfondire, qui puoi trovare l'articolo dettagliato sul tema: Documento di Valutazione dei Rischi, cos'è e come si redige.
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Articolo di Cristina Gatto
Consulente specializzata in salute e sicurezza sul lavoro e cantieri, amante della musica e della lettura.