pulsante lavora con noi studio essepi

Consulenza e formazione. Dal 1995 un punto di riferimento per aziende e professionisti.

Magazine

Codice della crisi d'impresa e dell'insolvenza: il D.Lgs. 12 gennaio 2019

Codice della crisi d'impresa e dell'insolvenza: il D.Lgs. 12 gennaio 2019

Con il decreto legislativo n. 14 del 12 gennaio 2019, è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il Codice della crisi d'impresa e dell'insolvenza (in attuazione della legge 19 ottobre 2017, n. 155).

Quella che ancora viene chiamata nuova legge fallimentare, in realtà introduce importanti novità anche per quanto riguarda i termini da adottare: come accade già in altri Paesi dell’UE, ad esempio, "fallimento" è stato sostituito con "liquidazione giudiziale", per evitare l'onta sociale e personale che può derivare dalla parola "fallito".

I cambiamenti introdotti sono, comunque, diversi: alcuni sono già entrati in vigore, mentre altri lo saranno dal 15 agosto 2020. In questo articolo ci siamo focalizzati su alcune delle principali novità del Codice della crisi d'impresa e dell'insolvenza e sui possibili strumenti di tutela per i datori di lavoro.

Codice della crisi d'impresa e dell'insolvenza: novità principali

L'obiettivo del decreto Crisi d'impresa è fornire uno strumento che aiuti gli imprenditori a prevenire e contenere gli effetti di una crisi aziendale.

Individuare per tempo i segnali di difficoltà, e adottare opportune contromisure prima che la situazione diventi irreversibile, può essere decisivo per il futuro di molte attività.

Il nuovo Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza, inoltre, consente all'Italia di adeguarsi alle norme di riferimento già adottate in altri Paesi europei. Alcune delle più importanti novità della legge sulla crisi d'impresa riguardano:

  • introduzione di un sistema di allerta, per permettere una tempestiva rilevazione degli indizi di crisi e l'adozione di misure che possano favorire il superamento della stessa;
  • semplificazione delle disposizioni in materia concorsuale e riduzione di tempi e costi per le procedure;
  • istituzione, presso il Ministero della Giustizia, di un albo dei soggetti autorizzati a svolgere attività di gestione e controllo nell’ambito di procedure concorsuali;
  • tra gli strumenti di gestione della crisi e dell’insolvenza, priorità alle procedure alternative a quelle dell’esecuzione giudiziale;
  • armonizzazione delle procedure di gestione della crisi e dell’insolvenza del datore di lavoro con forme di tutela dell’occupazione e del reddito di lavoratori;
  • misure premiali per gli imprenditori che presentino tempestivamente istanza di composizione assistita della crisi all'OCRI (Organismo di Composizione della Crisi) o domanda di accesso a una delle procedure regolatrici della crisi o dell'insolvenza.

Crisi d’impresa e obbligo di nomina degli organi di controllo

Tra le novità più importanti del nuovo decreto sulla crisi d’impresa vi è senza dubbio l’obbligo di nomina di un organo di controllo o di un revisore esterno per le società con determinati requisiti.

Come stabilito all’articolo 379, che modifica l’art. 2477 del Codice Civile, tale disposizione è obbligatoria per le imprese che:

  • sono tenute alla redazione del bilancio consolidato;
  • sono controllate da una società obbligata alla revisione legale dei conti;
  • superano, per due esercizi consecutivi, almeno uno dei seguenti limiti: 4 milioni di euro di totale dell’attivo dello stato patrimoniale; 4 milioni di euro di ricavi delle vendite e delle prestazioni; 20 dipendenti occupati in media durante l’esercizio.

Per quanto riguarda il terzo punto, l'obbligo di nomina dell'organo di controllo o del revisore cessa quando l’azienda non supera, per tre esercizi consecutivi, i limiti sopra riportati. Inoltre, vanno considerati gli esercizi già a partire da quelli del 2017 e 2018, quindi se in entrambi gli anni è stato superato anche uno solo dei limiti citati, la nomina è già obbligatoria per quell’azienda.

Crisi d’impresa e Modello Organizzativo 231

L'articolo 375 del D.Lgs. 14/2019 riguarda gli assetti organizzativi dell'impresa, e aggiunge un comma all'art. 2086 del codice civile.

Secondo quanto riportato, "l’imprenditore, che operi in forma societaria o collettiva, ha il dovere di istituire un assetto organizzativo, amministrativo e contabile adeguato alla natura e alle dimensioni dell’impresa, anche in funzione della rilevazione tempestiva della crisi dell’impresa e della perdita della continuità aziendale, nonché di attivarsi senza indugio per l’adozione e l’attuazione di uno degli strumenti previsti dall’ordinamento per il superamento della crisi e il recupero della continuità aziendale".

Quest'obbligo presenta delle similitudini con il D.Lgs. 231/2001 “Disciplina della responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, delle società e delle associazioni anche prive di personalità giuridica", visto che in entrambi i casi si va verso una direzione di auto-organizzazione interna.

Ecco perché, alla luce di quanto sopra, l'integrazione del Modello Organizzativo Gestionale (D.Lgs. 231/2001) con quanto richiesto dal D.Lgs. 14/2019 può essere una scelta efficace per tutelare aziende e imprenditori e dare prova di essere una realtà sicura e affidabile.

Il Modello 231 (del quale disponiamo anche noi di Studio Essepi) permette all'azienda di avere un organo di controllo esterno quale esimente per la responsabilità della società in materia di salute e sicurezza sul lavoro.

Non si tratta di un modello obbligatorio: le aziende scelgono di adottarlo di propria spontanea volontà, e per mantenerlo è necessario sottoporsi a un audit quadrimestrale.

Il MOG 231, in caso di particolari violazioni, permette agli utenti di inviare una segnalazione negativa a un Organismo di Vigilanza esterno (in forma non anonima e solo dopo una precedente segnalazione trasmessa senza successo all'impresa stessa), con la garanzia da parte dell'OdV di riservatezza e anonimato dei soggetti segnalanti nei confronti dell’attività segnalata.

L'adozione di tale modello organizzativo (e il mantenimento dello stesso) può, quindi, non solo tutelare l'azienda ma rappresentare un ulteriore elemento di rassicurazione per il potenziale cliente di quell'impresa, come dimostrazione di maggior qualità e affidabilità.

Se vuoi approfondire queste tematiche, contattaci per avere maggiori informazioni sull’evento che terremo il prossimo 27 febbraio sul Codice della crisi d'impresa e dell'insolvenza.

Vuoi capire come funziona il Modello 231 e come adottarlo per la tua azienda? Richiedi subito la consulenza di un nostro professionista.


 


renzo-vasselai-studioessepi  

Scritto da: Renzo Vasselai


Socio fondatore di Studio Essepi, RSPP e consulente esperto in ambito sicurezza e sistemi di gestione, appassionato motociclista.





Chiamaci

045 8621499