Conoscere la classificazione degli estintori è funzionale alla corretta scelta di questi strumenti per la protezione antincendio in azienda.
Gli incendi non sono tutti uguali: ciascuno presenta caratteristiche diverse, a seconda del grado di partecipazione di un materiale combustibile alle fiamme. Ecco perché avere l’estintore adatto alla classe di resistenza al fuoco costituisce uno dei mezzi più efficaci di primo intervento.
Quindi, non solo per le aziende soggette al controllo di prevenzione incendi (DPR 151 del 2011) ma per tutte le attività che vogliono garantire le migliori condizioni di sicurezza, è necessario porre particolare attenzione alla scelta dell’attrezzatura antincendio, in base al contesto lavorativo. Vediamo nel dettaglio i vari tipi di estintori e il loro utilizzo.
Classificazione estintori: tipologie
Per fare la scelta migliore tra le diverse tipologie di estintori, bisogna prendere in considerazione due importanti fattori tecnici:
- classi di fuoco
- agente estinguente più adatto alla natura dell’incendio.
Come individuato nella normativa di riferimento UNI EN 2:2005, le classi di fuoco indicano la natura caratteristica delle fiamme di un incendio. Ecco quali sono:
- A: interessa tutti i fuochi scaturiti da materiali solidi come carta, legno, pelli, gomma, tessuti, materie plastiche, etc.;
- B: fuochi generati da liquidi infiammabili come le benzine, gli idrocarburi, alcol, solventi, oli minerali;
- C: tutti i tipi di incendio scaturiti da gas come metano, GPL, idrogeno, acetilene, butano e propano;
- D: fuochi che interessano la combustione di metalli come zinco, alluminio, magnesio, sodio, potassio, titanio, etc.;
- E: fuoco originato da apparecchi elettrici in tensione (classe non prevista dalla classificazione europea ma riconosciuta a livello internazionale); sull’estintore è inserita tramite la scritta “UTILIZZABILE SU APPARECCHI ELETTRICI IN TENSIONE”;
- F: incendi dovuti a oli e grassi di origine animale o vegetale utilizzati in apparecchi di cottura, come quelli in ambito domestico.
Grazie alle informazioni recepite dalle classi di fuoco si può capire quale sia la sostanza estinguente adatta. Questi gli estintori secondo i diversi agenti estinguenti:
- estintore a polvere: grande efficacia di spegnimento del fuoco per atto di soffocamento, raffreddamento e inibizione chimica, utilizza principalmente composti salini come bicarbonato di potassio, solfato di ammonio e fosfato monoammonico. Adatto per fuochi di classe A, B, C, D;
- estintori a base d’acqua, compresi quelli a schiuma: agiscono per raffreddamento e soffocamento del fuoco di tipo A e B;
- estintori a CO2: contenuto di biossido di carbonio allo stato liquido, per pressurizzazione esce allo stato gassoso creando un brusco raffreddamento (-79°) e generando particelle di “ghiaccio secco” che agiscono per soffocamento e raffreddamento del combustibile. Adatto a fuochi B e C;
Un altro aspetto, da non dare per scontato, riguarda il peso dell’estintore: i modelli fino a 20 kg sono portatili, mentre quelli oltre tale capacità sono estintori carrellati (secondo la norma UNI EN 3-7:2008) per facilitarne il trasporto e l’utilizzo.
Il peso rispecchia anche la quantità stessa di estinguente all’interno dell’estintore, il che determina la durata minima di funzionamento durante il suo utilizzo.
Per assicurare un buon funzionamento degli estintori è indispensabile, dopo l’acquisto, provvedere alla manutenzione periodica, secondo le norme vigenti.
Classificazione degli estintori: come leggere l’etichetta
Ogni estintore in regola riporta un’etichetta, in genere di colore contrastante con lo sfondo, suddivisa in 5 parti per evidenziare diverse informazioni:
1. agente estinguente e classi di fuoco
2. istruzioni per l’uso, simboli dei focolari idonei ad estinguere
3. avvertenze di pericolo
4. avvertenze generali e omologazione
5. nome della società responsabile
In aggiunta, tutti gli estintori devono essere accompagnati da:
- dichiarazione di conformità del produttore
- sigillo di sicurezza in plastica
- libretto di uso e manutenzione
- schede tecniche
- schede di sicurezza dell'estinguente
Ad esempio, se sull'etichetta troviamo scritto 43 A 233 B C:
- 43 - catasta di legna formata da 43 file di traversini di 5 cm x 5 cm
- A - classe di fuoco
- 233 - litri di liquido infiammabile che l'estintore spegne, mescolati ad acqua
- B - classe di fuoco
- C - classe di fuoco
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Come si utilizza un estintore
Nonostante le diverse tipologie possano presentare alcune differenze, in generale un estintore è composto da:
- serbatoio: contenitore per l'estinguente e/o il propellente;
- valvola: meccanismo per regolare il flusso dell'estinguente;
- manichetta: tubo flessibile per indirizzare il flusso dell'estinguente (può essere assente nei piccoli estintori).
Ecco alcuni passaggi utili da seguire per sapere come utilizzare un estintore:
1. rompere il sigillo di garanzia, ruotare la sicura e toglierla tirando con decisione verso l’esterno;
2. afferrare con una mano la maniglia d’erogazione e con l’altra impugnare la punta della lancia per dirigere il getto;
3. premere la leva per azionare il getto, direzionandolo alla base del fuoco e, se necessario, con un primo getto creare una barriera di protezione dalle fiamme;
4. distanziarsi dal fuoco in modo tale che il getto sia efficace e non oltrepassi le fiamme disperdendosi;
5. dopo essersi assicurati del completo spegnimento del focolaio, riporre l’estintore al proprio posto e lasciare il luogo dell’incendio.
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Scritto da: Giuseppe Jirillo Consulente e formatore specializzato in sicurezza sul lavoro e igiene alimentare, amante di calcio, tennis e sci. |