La sicurezza sul lavoro nelle aziende racchiude sia gli adempimenti da rispettare per legge, sia iniziative non obbligatorie, che possono però aiutare a tutelare i lavoratori e ad operare in un ambiente più sicuro.
Implementarle può essere vantaggioso non solo per i dipendenti, ma anche per l’impresa stessa. E un beneficio ulteriore può ora arrivare anche dal "rating della sicurezza", una sperimentazione proposta ed elaborata dall'Inail che ha proprio come obiettivo quello di valorizzare, tra le imprese che partecipano agli appalti pubblici, le realtà più virtuose nella prevenzione di infortuni e malattie professionali.
Un modo per riconoscere l'impegno di chi già si sta adoperando in tal senso, ma anche per incentivare le aziende carenti negli aspetti della sicurezza sul lavoro ad intraprendere azioni concrete ed efficaci. Vediamo, nel dettaglio, in cosa consiste questo rating e quali sono i criteri considerati.
Sicurezza sul lavoro nelle aziende: da dove nasce il “rating” per gli appalti pubblici
Il "rating della sicurezza" aziendale, proposto dall'Inail, è stato presentato nelle sue linee generali dal direttore generale Andrea Tardiola, alla presenza del vicepresidente Paolo Lazzara, in un recente incontro con l’Autorità nazionale anticorruzione (Anac), il Gruppo Ferrovie dello Stato italiane e la società Infrastrutture Milano Cortina 2020-2026.
La proposta dell’Inail si basa su una norma del Codice dei contratti pubblici (articolo 95, comma 6, lettera a del D.lgs n. 50 del 2016), che prevede che nei documenti di gara "l'offerta economicamente più vantaggiosa, individuata sulla base del miglior rapporto qualità/prezzo, è valutata sulla base di criteri oggettivi, quali gli aspetti qualitativi, ambientali o sociali, connessi all'oggetto dell'appalto". Tra questi criteri rientrano anche le certificazioni e attestazioni in materia di sicurezza e salute dei lavoratori.
Nella costruzione degli atti di gara, quindi, può essere previsto l’inserimento di requisiti speciali e facoltativi, che permettano di innalzare gli standard di salute e sicurezza sul lavoro nelle aziende. E, di conseguenza, potenziare anche l’azione di contrasto agli infortuni e alle malattie professionali.
Come anticipato, dare alle imprese questa possibilità nella partecipazione agli appalti pubblici (ovvero sfruttare a proprio vantaggio gli indici infortunistici virtuosi e gli interventi di prevenzione implementati) può incentivare lo sviluppo stesso di sistemi aziendali volti a migliorare le condizioni di sicurezza dei lavoratori.
Quali sono i criteri del rating della sicurezza sul lavoro
Tra i criteri migliorativi dell'offerta, l'Inail ha proposto l'introduzione del Rating sinistrosità e prevenzione (Rsp) come sistema premiale.
Questo indicatore considera l'andamento degli infortuni e la gestione della salute e sicurezza in azienda, per dare valore alle realtà che non si limitano soltanto a rispettare gli adempimenti di legge.
Nello specifico, il rating di sinistrosità viene calcolato tramite due indicatori (distinti per attività economica, territorio e dimensione aziendale), ovvero frequenza degli infortuni e gravità degli infortuni.
Questi indicatori vengono applicati ai dati dei 5 anni precedenti, e vengono utilizzati non solo per calcolare il livello di rischio di infortunio dell’azienda ma anche i parametri di riferimento (benchmark). In modo, quindi, da determinare lo scostamento tra sinistrosità aziendale e sinistrosità media, e assegnare un punteggio all’impresa. In totale, i benchmark definiti dall’Inail sono 1.680 e riguardano:
- 21 regioni e province autonome;
- 40 tipologie di attività;
- 2 dimensioni aziendali (PMI e grandi imprese).
Il rating prevenzione, invece, viene moltiplicato per una variabile che aumenta al diminuire delle dimensioni dell'azienda. Questo permette di valorizzare le azioni di prevenzione delle piccole realtà e di compensare il rating di sinistrosità.
Per il calcolo sono stati presi in considerazione due percorsi alternativi:
- aziende con un Sistema di gestione della salute e sicurezza sul lavoro (SGSL) o un Modello organizzativo e gestionale (MOG) sottoposto a verifica da una terza parte indipendente;
- aziende prive di un SGSL certificato o MOG asseverato (in questo caso il punteggio è variabile ma comunque inferiore al primo percorso).
SGSL e Modello Organizzativo Gestionale: due strumenti efficaci
Come abbiamo visto nel precedente paragrafo, il rating della sicurezza sul lavoro tiene in grande considerazione due strumenti volontari come SGSL e MOG.
Un corretto SGSL è un sistema che permette di implementare e ottimizzare tutti i processi che concorrono a tutelare appunto la salute e sicurezza dei lavoratori in un'azienda, identificando misure e politiche a seconda del tipo di attività, delle dimensioni dell'impresa e del livello di esposizione ai rischi.
Con il Modello Organizzativo Gestionale (D.Lgs. 231/2001), invece, le aziende scelgono di avere un organo di controllo esterno quale esimente per la responsabilità della società in materia di salute e sicurezza sul lavoro. E, per mantenere tale modello, devono sottoporsi a un audit quadrimestrale.
In caso di particolari violazioni, il MOG 231 permette agli utenti di inviare una segnalazione negativa a un Organismo di Vigilanza esterno, con la garanzia di riservatezza e anonimato del soggetto segnalante nei confronti dell'azienda segnalata (ma non dell'OdV). Ecco perché rappresenta non solo uno strumento di tutela dell'azienda ma anche un elemento per dimostrare qualità e affidabilità verso clienti, potenziali investitori, ecc.
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Scritto da: Marco Inama Socio fondatore di Studio Essepi, RSPP e consulente esperto in ambito sicurezza e sistemi di gestione, appassionato di golf. |