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Bisfenolo A negli alimenti: l'EFSA abbassa la soglia giornaliera

Bisfenolo A negli alimenti: l'EFSA abbassa la soglia giornaliera

L'Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA), in una nuova valutazione, ha reso noto come l'esposizione al bisfenolo A attraverso gli alimenti costituisca una preoccupazione per la salute dei consumatori di tutte le fasce d'età.

Gli esperti, dopo aver valutato le evidenze scientifiche - e alla luce dei contributi ricevuti da una consultazione pubblica - hanno infatti riscontrato possibili effetti nocivi a carico del sistema immunitario.

Ecco perché, rispetto alla valutazione del 2015, l'EFSA ha deciso di abbassare in modo significativo la soglia giornaliera tollerabile (DGT) del bisfenolo A (BPA). Vediamo, in questo articolo, maggiori dettagli su cos'è e dove si trova tale sostanza chimica, quali sono i rischi dovuti all'esposizione e la nuova DGT.

Bisfenolo A negli alimenti: cos’è e dove si trova

Il bisfenolo A è una sostanza chimica che viene usata solitamente per produrre plastiche e resine, in associazione con altre sostanze.

Il BPA è impiegato, ad esempio, nel policarbonato, ovvero un tipo di plastica trasparente e rigida utilizzato per produrre contenitori per distributori d’acqua, bevande e conservazione di alimenti. Inoltre, viene usato anche nella produzione di resine epossidiche, impiegate in pellicole e verniciature interne per lattine di metallo e contenitori destinati a cibi e bevande.

Studi scientifici hanno dimostrato come quantità esigue di BPA possano trasmigrare dai contenitori agli alimenti che essi contengono, ed è per questo che gli scienziati dell'EFSA rivedono periodicamente la sicurezza di tale sostanza, anche in base ai nuovi dati disponibili.

La prima valutazione completa del rischio relativo al bisfenolo A risale al 2006, e l'ultima risaliva al 2015. Prima del recente abbassamento della soglia giornaliera tollerabile (DGT) - che vedremo meglio nel prossimo paragrafo - già da qualche anno i legislatori dell'UE avevano comunque introdotto delle restrizioni su alcuni usi del BPA. Ad esempio:

  • dal 2011 è vietato l'uso del bisfenolo A per la produzione dei biberon in policarbonato;
  • dal 2018 è vietato l'uso del bisfenolo A per la produzione di bottiglie di plastica e contenitori per alimenti destinati a bambini sotto i 3 anni.

A livello nazionale, invece, in Francia già dal 2015 è entrato in vigore il divieto all'uso del BPA in tutti gli imballaggi, recipienti e utensili destinati a venire a contatto con gli alimenti.

Bisfenolo A negli alimenti: rischi e nuova soglia giornaliera tollerabile (DGT)

I principali rischi dovuti al bisfenolo A sono legati alle sue proprietà di disturbo endocrino, fattore che può comportare problematiche del sistema riproduttivo, problemi di sviluppo nei bambini, obesità e disturbi del sistema immunitario.

Nell'ultima valutazione sono state esaminate oltre 800 nuove pubblicazioni scientifiche (uscite da gennaio 2013 in poi), attività che ha permesso di superare le precedenti incertezze sulla tossicità del BPA. Nel 2015, infatti, era stato possibile definire una dose giornaliera tollerabile solo temporanea. Per chiarezza, la soglia giornaliera tollerabile (DGT) è la quantità che può essere ingerita quotidianamente per tutta la vita, senza rischi sensibili per la salute.

Come dichiarato da Claude Lambré, presidente del gruppo di esperti sui materiali a contatto con gli alimenti, gli enzimi, gli aromatizzanti e i coadiuvanti tecnologici (gruppo CEF) dell’EFSA, "negli studi abbiamo osservato nella milza un aumento della percentuale dei linfociti del tipo T helper. Questi svolgono un ruolo chiave nei nostri meccanismi cellulari immunitari e un aumento di questo tipo potrebbe portare allo sviluppo di infiammazione allergica polmonare e malattie autoimmuni".

Nella valutazione dei rischi, gli esperti hanno considerato anche gli altri effetti potenzialmente nocivi per la salute dell'apparato riproduttivo, del sistema metabolico e per lo sviluppo dell'organismo.

Alla luce dei recenti sviluppi, dunque, l'EFSA ha deciso di abbassare in modo significativo la DGT del bisfenolo A, che è passata dai precedenti 4 microgrammi (4 milionesimi di grammo) a 0,2 nanogrammi (0.2 miliardesimi di grammo) per chilogrammo di peso corporeo al giorno. Ciò significa che la nuova DGT è ora circa 20 mila volte più bassa.

Come limitare l’esposizione a bisfenolo A negli alimenti: alcuni consigli

Come detto nell'introduzione, l'esposizione al BPA negli alimenti costituisce motivo di preoccupazione per tutte le fasce d'età.

Tuttavia, come definito dall'EFSA, lo scenario configurato è "prudenziale", in quanto le restrizioni introdotte dai legislatori dell'UE dopo il 2015, su alcuni usi del BPA, possono aver ridotto l'apporto tramite l'alimentazione (mentre per le stime sono state usate le valutazioni del 2015). Inoltre, ci sono diverse altre variabili che possono riguardare il rischio globale per la salute di una persona, quali ad esempio fattori di stress sull'organismo, genetica e nutrizione.

In ogni caso, per limitare l'esposizione al bisfenolo A negli alimenti, può essere utile seguire alcuni consigli pratici (come suggerito anche dal National Institute of Environmental Health Sciences - NIEHS):

  • preferire alimenti freschi e ridurre l'uso di cibi in scatola;
  • non utilizzate il microonde per i contenitori di plastica in policarbonato per alimenti;
  • limitare l'uso dei contenitori di plastica per alimenti contrassegnati dai codici di riciclaggio 3 o 7 o con la sigla PC;
  • quando è possibile, optare per contenitori di vetro, specie per i cibi caldi o i liquidi;
  • sciacquare il cibo in acqua può aiutare ad abbassare il livello di BPA nel cibo (e non solo: anche di altri additivi).

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Scritto da: Laura Tacchella


Consulente specializzata in igiene e sicurezza degli alimenti, amante del nuoto e appassionata di viaggi e streetart.


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