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Aspartame "possibile" cancerogeno: cosa devi sapere

Aspartame "possibile" cancerogeno: cosa devi sapere

L'Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC) ha di recente indicato l'aspartame come possibile sostanza cancerogena per l'essere umano.

Tale dolcificante è stato classificato all'interno del gruppo 2B, di cui fanno parte le sostanze sulle quali ci sono limitate e contrastanti evidenze sulla loro cancerogenicità.

Per evitare allarmismi eccessivi, quindi, vediamo di capire meglio cos'è l'aspartame, qual è il significato della classificazione e la dose giornaliera accettabile.

Aspartame: cos'è e cosa significa "possibilmente cancerogeno"

L'aspartame è un edulcorante artificiale a basso contenuto calorico (circa 200 volte più dolce dello zucchero), molto utilizzato in prodotti alimentari quali bevande dietetiche, gomme da masticare, prodotti lattiero-caseari (come lo yogurt), dolci di vario tipo e - in generale - prodotti a basso contenuto calorico e per il controllo del peso.

Il consumo di aspartame riguarda soprattutto le bevande di tipo "diet" o "zero", ma si può trovare spesso anche come dolcificante da tavola. È presente, inoltre, anche in prodotti quali dentifrici, farmaci (es. caramelle per la tosse) e vitamine masticabili.

Di recente, come anticipato, è uscito su questo tema un comunicato congiunto tra IARC e Joint Expert Committee on Food Additives - JECFA (comitato scientifico internazionale di esperti, gestito dalla FAO e dall’OMS, che valuta il rischio di insorgenza di cancro o altre malattie dopo l’assunzione di sostanze specifiche).

In base alla letteratura scientifica disponibile, la IARC ha classificato l'aspartame come cancerogeno di classe 2B, o "possibilmente cancerogeno". Tale classificazione non si basa, in realtà, sul livello di rischio per chi assume questo edulcorante, ma sulle prove scientifiche ad oggi disponibili, che possano dimostrare un legame tra sostanza e tumore.

Per comprendere meglio, è importante contestualizzare la classificazione delle sostanze fatta da IARC e capire a cosa corrispondono i 4 gruppi previsti:

  • gruppo 1: agenti che sono cancerogeni certi per gli esseri umani;
  • gruppo 2A: agenti che sono cancerogeni probabili per gli esseri umani;
  • gruppo 2B: sostanze che sono possibili cancerogeni per gli esseri umani;
  • gruppo 3: sostanze non ancora classificabili come cancerogene.

La IARC, in pratica, stabilisce soltanto se una sostanza è con ragionevole certezza un cancerogeno, ma non paragona tra loro i cancerogeni per la loro potenza. Tra le oltre 300 sostanze del gruppo 2B, ad esempio, fanno parte anche i sottaceti o l'estratto di Aloe vera. Mentre nel gruppo 1, sempre per citarne alcune, sono presenti il fumo di sigaretta così come la carne rossa trasformata o le bevande alcoliche.

Aspartame e tumori: gli studi valutati

Come detto, la classificazione IARC sull'aspartame come "possibilmente cancerogeno" è dettata dalle prove limitate di cancerogenicità negli esseri umani e negli animali, così come nelle prove meccanicistiche su come possa verificarsi tale cancerogenicità.

La IARC, in particolare, nella valutazione si è basata soprattutto su tre grandi studi osservazionali, che hanno indagato la relazione tra una tipologia di tumore al fegato (il carcinoma epatocellulare) e il consumo di aspartame. Da questi studi, piuttosto estesi, non è stato però rilevato alcun nesso di causalità, tanto che non è stato possibile escludere che il rischio di tumore imputato al dolcificante non sia dovuto ad altri fattori.

Come affermato dal dottor Moez Sanaa, responsabile dell’Unità di Standards and Scientific Advice on Food and Nutrition dell’OMS, “il JECFA ha anche considerato le evidenze di rischio oncologico emerse in studi condotti sia sugli animali che sull'uomo, arrivando alla conclusione che le prove di un'associazione tra il consumo di aspartame e il cancro negli esseri umani non siano convincenti”.

Per questo è stata sottolineata la necessità di studi migliori e più approfonditi, in ampi gruppi di popolazioni e con tempi di osservazione più lunghi, in modo da poter rispondere più efficacemente sulla possibile associazione tra esposizione ad aspartame ed effetti sulla salute dei consumatori.

L'aspartame fa male? Ecco qual è la dose giornaliera accettabile

A conferma di quanto detto finora, va ricordato che il JECFA non ha modificato la dose giornaliera accettabile (DGA) per l'aspartame, che è rimasta quella di 0-40 mg/kg di peso corporeo.

Come interpretare meglio questo dato? Il comitato fornisce un esempio prendendo come riferimento un adulto di 70 kg. Considerando che una lattina di bibita dietetica contiene circa 200-300 mg di aspartame, una persona del peso sopra indicato dovrebbe consumare tra le 9 e le 14 lattine al giorno per superare la dose giornaliera accettabile (presupponendo che essa non assuma aspartame da nessun'altra fonte).

Anche per questo, essendo dosi difficilmente raggiungibili, l'OMS non sta raccomandando di ritirare tale sostanza dal mercato, ma semmai di considerare un uso moderato dell'aspartame, in ragione di quanto emerso in alcuni studi.

Come dichiarato dal dottor Francesco Branca, direttore del Dipartimento di nutrizione e sicurezza alimentare dell’OMS, il cancro "è una delle principali cause di morte a livello globale. Ogni anno, 1 decesso su 6 è dovuto al cancro. La scienza è in continua espansione per valutare i possibili fattori scatenanti o facilitanti del cancro, nella speranza di ridurre questi numeri e il tributo umano. Le valutazioni sull'aspartame hanno indicato che, sebbene la sicurezza non rappresenti una delle principali preoccupazioni alle dosi comunemente utilizzate, sono stati descritti effetti potenziali che necessitano di essere indagati con studi ulteriori e più approfonditi".

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Scritto da: Laura Tacchella


Consulente specializzata in igiene e sicurezza degli alimenti, amante del nuoto e appassionata di viaggi e streetart.


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