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Additivi alimentari: il biossido di titanio sarà vietato dal 2022

Additivi alimentari: il biossido di titanio sarà vietato dal 2022

Dal 2022 il biossido di titanio ad uso alimentare sarà vietato in Europa. Lo scorso ottobre, infatti, gli Stati membri hanno approvato la proposta della Commissione europea di vietare tale sostanza come additivo alimentare.

Si tratta di una decisione presa in seguito a un precedente parere scientifico dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA), con il biossido di titanio che è stato considerato non sicuro in ambito alimentare. I dati disponibili, infatti, non hanno potuto escludere problemi di genotossicità, ovvero la capacità di danneggiare il DNA cellulare e provocare effetti cancerogeni.

Cos'è e dove viene usato il biossido di titanio come additivo alimentare? Vediamo insieme tutti i dettagli.

Cos'è il biossido di titanio (E171) ad uso alimentare

Sostanza di origine minerale, il biossido di titanio viene indicato con la sigla E171 quando utilizzato negli alimenti.

Si tratta, nello specifico, di un colorante alimentare che viene impiegato in diverse tipologie di prodotti, allo scopo di rendere gli alimenti visivamente più attraenti aggiungendo colore o ravvivando quello originale. Alcuni esempi di cibi in cui viene usato questo additivo alimentare sono:

  • caramelle;
  • pasticcini;
  • salse;
  • creme salate da spalmare;
  • zuppe e brodi (per neonati, bambini, adolescenti, adulti e anziani);
  • noci trasformate.

La sicurezza dell'additivo E171 era stata valutata nel 2016 dal gruppo di esperti scientifici ANS dell'EFSA, nel quadro del regolamento (UE) n. 257/2010. Allora, era emersa la necessità di eseguire nuovi studi per approfondire e colmare le lacune sui possibili effetti.

Quindi, dopo aver valutato tutte le evidenze scientifiche disponibili in merito, l'EFSA è arrivata alla conclusione di non poter ritenere sicuro il biossido di titanio se usato come additivo alimentare. In particolare, come accennato in precedenza, proprio per le preoccupazioni in termini di genotossicità delle particelle di TiO2.

Biossido di titanio ad uso alimentare: in Francia è già vietato dal 2020

Attualmente per l'E171 non è ancora stato possibile stabilire una dose giornaliera accettabile (DGA).

Tuttavia, è chiaro che i soggetti più esposti rischiano di essere i bambini, in virtù dell'alta presenza di questo additivo alimentare in caramelle e pasticcini e del maggior consumo di biossido di titanio in relazione al peso corporeo.

Come dichiarato anche dal prof. Maged Younes - presidente del gruppo di esperti EFSA sugli additivi e aromatizzanti alimentari (gruppo FAF) - "Dopo l'ingestione, l'assorbimento di particelle di biossido di titanio è basso, tuttavia esse possono accumularsi nell'organismo umano".

In realtà, su questo tema, Altroconsumo aveva lanciato l'allarme ancora nel 2019. E, sebbene a livello europeo non vi fossero ancora divieti di utilizzo dell'E171 ad uso alimentare, in Francia tale decisione era già stata presa dal gennaio del 2020, in base al principio di precauzione.

Testimonianza, dunque, di come i produttori possano fare a meno di questo additivo alimentare, a maggior ragione per il fatto che ha soltanto una funzione di tipo estetico (quindi né nutritiva né conservante).

Proprio in Francia, tra l'altro, uno studio svolto dall’INRAE ha dimostrato come il biossido di titanio sia in grado di attraversare la placenta e raggiungere il feto. Inoltre, in base a quanto stabilito dal gruppo di esperti FEEDAP sugli additivi e le sostanze usate nei mangimi, anche per i mangimi degli animali l'E171 non può più essere considerato sicuro.

Biossido di titanio: ancora nessun divieto in farmaci e cosmetici

Il divieto dell'uso di biossido di titanio come additivo alimentare sarà dunque attivo dal 2022, con un periodo di passaggio che durerà 6 mesi.

Rinviata invece, almeno per il momento, la decisione per quanto riguarda l'utilizzo dell'E171 nei farmaci e in diversi prodotti cosmetici (es. ciprie, trucchi, creme solari, deodoranti, dentifrici, ecc.). Aspetti importanti, da approfondire e chiarire quanto prima, per valutare l'esposizione al rischio anche in queste casistiche.

Altra situazione da menzionare è legata all'uso del biossido di titanio sotto forma di nanomateriale (particelle con dimensioni tra 1 e 100 nm). Infatti, se da un lato tale impiego non è previsto nei prodotti alimentari, dall'altro è vero che la materia prima e il suo processo produttivo fanno sì che una parte di sostanza in forma "nano" possa comunque essere presente all'interno dell'ingrediente.

In un'inchiesta di Altroconsumo del 2019, i dati hanno evidenziato come, nei casi in cui il biossido di titanio era riportato in etichetta ma senza alcun riferimento alla forma nano, in realtà sono state rinvenute nanoparticelle in percentuali variabili tra il 27% e il 76%. Anche per questo, dunque, il divieto dell'E171 per uso alimentare può risultare doppiamente importante.

Per approfondire, un altro argomento che potrebbe interessarti in tema di igiene alimentare è il seguente: Alluminio per uso alimentare, come evitare i rischi.

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Scritto da: Giuseppe Jirillo


Consulente e formatore specializzato in sicurezza sul lavoro e igiene alimentare, amante di calcio, tennis e sci.





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