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ISO 45003: nuovo standard per la gestione dei rischi psicosociali

ISO 45003: nuovo standard per la gestione dei rischi psicosociali

I rischi psicosociali sono sempre più riconosciuti come sfide importanti per la salute, la sicurezza e il benessere sul lavoro.

Essi possono riguardare organizzazioni di ogni dimensione e settore, e verificarsi in combinazione con altri pericoli legati all'ambiente lavorativo. Con evidenti conseguenze, dunque, non solo su dipendenti e collaboratori coinvolti, ma anche sulla produttività aziendale.

La nuova norma ISO 45003 rappresenta un'utile guida per la gestione dei rischi psicosociali e la promozione del benessere lavorativo, da comprendere all'interno di un sistema di gestione della salute e sicurezza sul lavoro. Vediamo meglio, di seguito, di cosa si tratta.

La gestione dei rischi psicosociali all’interno di un SGSL

L'obiettivo di un SGSL è quello di prevenire infortuni e malattie professionali dei lavoratori, mettendo a disposizione luoghi sicuri e mettendo in atto le adeguate misure di prevenzione.

La nuova norma ISO 45003:2021 è, dunque, la conferma di quanto sia sempre più importante includere la gestione dei rischi psicosociali all'interno dei processi aziendali. Tale documento, infatti, deve essere utilizzato insieme alla ISO 45001, ovvero la norma che contiene requisiti e linee guida sulla pianificazione, implementazione, revisione, valutazione e miglioramento di un sistema di gestione per la SSL.

Secondo la definizione di rischio psicosociale, presente nella norma 45003, si tratta della combinazione della probabilità che si verifichi l'esposizione a uno o più pericoli di natura psicosociale con la gravità delle conseguenze che essi possono comportare. Gli effetti negativi non sono soltanto quelli che hanno a che fare direttamente con la salute dei lavoratori (es. ansia, depressione, malattie cardiovascolari, disturbi muscoloscheletrici, ecc.), ma possono comportare anche:

  • comportamenti scorretti (es. abuso di sostanze, alimentazione scorretta, ecc.);
  • ridotta soddisfazione sul lavoro;
  • scarso impegno e produttività.

In generale, quindi, i rischi psicosociali possono riguardare:

  • organizzazione del lavoro;
  • fattori sociali;
  • ambiente lavorativo;
  • attrezzature;
  • attività pericolose.

Rischio psicosociale e comprensione del contesto dell’organizzazione

Il punto 4 della norma 45003 è dedicato alla comprensione del contesto dell'organizzazione, in relazione alla gestione del rischio psicosociale.

Ad esempio, è importante comprendere gli aspetti esterni e interni che possono influenzare il raggiungimento dei risultati attesi dal sistema di gestione per la SSL. Alcuni di quelli esterni possono essere:

  • catena di approvvigionamento in cui opera l'organizzazione;
  • rapporti con fornitori, appaltatori, subappaltatori, ecc.;
  • condivisione di luoghi di lavoro, risorse e attrezzature con altri soggetti;
  • condizioni economiche;
  • dati demografici dei lavoratori (es. giovani o anziani, aumento età pensionabile, genere);
  • natura dei contratti di lavoro, retribuzione, condizioni di lavoro;
  • rapidi cambiamenti tecnologici;
  • ecc.

Per quanto riguardi quelli interni, invece, alcuni esempi sono:

  • come viene governata e gestita l'organizzazione (struttura, ruoli e responsabilità, processi decisionali, cultura organizzativa, comunicazione, rispetto della privacy, ecc.);
  • livello di impegno e direzione dell'organizzazione in tema di salute psicologica, sicurezza e benessere sul lavoro;
  • altri sistemi di gestione adottati;
  • caratteristiche e competenze dei lavoratori;
  • luoghi di lavoro (es. itinerante, a distanza, da casa, ecc.);
  • termini e condizioni dei lavoratori (es. lavoro flessibile, indennità, benefici, ecc.);
  • adeguatezza e disponibilità delle risorse.

In generale, oltre agli aspetti interni ed esterni, altri fattori da considerare legati al contesto riguardano: esigenze e aspettative dei lavoratori e dei soggetti interessati, progettazione delle attività e miglioramento dei processi di gestione del rischio psicosociale, modalità di utilizzo della valutazione dei rischi psicosociali (per realizzare piani d'azione efficaci).

Identificazione e valutazione dei rischi psicosociali

 Il punto 6 della nuova norma 45003 è incentrato invece sulla pianificazione, processo fondamentale per determinare i rischi e le opportunità, stabilire obiettivi appropriati per la gestione del rischio psicosociale e le modalità per raggiungerli. Inoltre, rappresenta un fattore importante anche per dimostrare l’impegno aziendale verso il miglioramento continuo.

L'organizzazione deve, dunque, identificare quali sono i pericoli di natura psicosociale, che possono includere:

  • aspetti sull'organizzazione del lavoro: ruoli e aspettative, controllo del lavoro o autonomia, richieste e scadenze, cambiamenti organizzativi, lavoro a distanza, ritmi, carichi e orari lavorativi, sicurezza e precarietà del lavoro;
  • fattori sociali al lavoro: relazioni interpersonali, leadership, cultura organizzativa, riconoscimenti e ricompense, sviluppo di carriera, supporto, supervisione, civiltà e rispetto nei rapporti, violenza e molestie sul lavoro, bullismo e vittimizzazione;
  • ambiente di lavoro, attrezzature e attività pericolose: tutti gli elementi che hanno a che fare, ad esempio, con il lavorare in condizioni non idonee (mancanza di spazio, scarsa illuminazione o rumore eccessivo), in situazioni estreme (es. in quota) o con risorse e attrezzature inadeguate/mancanti.

Nella norma sono presenti anche delle tabelle con diversi esempi per ciascuno degli elementi appena menzionati.

Una volta identificati i rischi, è necessario quindi valutarli, per poi capire come ridurli. La valutazione dei rischi deve, perciò:

  • dare informazioni sui danni potenziali;
  • permettere di comparare gruppi che differiscono per esposizione o segnalazione dei rischi;
  • considerare l’interazione tra rischi psicosociali e gli altri rischi;
  • dare priorità ai pericoli in base al livello di rischio;
  • considerare le diversità della forza lavoro e le esigenze di gruppi particolari;
  • fornire informazioni sulle misure di controllo e sulle opportunità di miglioramento.

Considerare i rischi psicosociali presenti sul lavoro, e adoperarsi per ridurli al minimo, è importante per accrescere il benessere dei dipendenti, sia dal punto di vista della salute che della soddisfazione lavorativa. Elementi che poi si riflettono, inevitabilmente, anche sulla produttività dell’impresa.

Non è un caso che il D.Lgs. 81/2008, all’art. 28, comma 1, preveda espressamente l’obbligo per il datore di lavoro di valutare tutti i rischi per la salute e la sicurezza dei lavoratori, tenendo in considerazione anche quelli inerenti allo stress lavoro-correlato, secondo i contenuti dell’Accordo europeo del 9 ottobre 2004. In tale contesto, la ISO 45003 altro non è che l’evoluzione degli studi e delle valutazioni svolte in materia.

Vuoi avere maggiori informazioni sulla norma 45003 e capire quali vantaggi può portare alla tua azienda? Consulta qui il documento completo oppure contattaci senza impegno per implementarla all'interno del tuo sistema di gestione della salute e sicurezza sul lavoro.


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Scritto da: Giuseppe Jirillo


Consulente e formatore specializzato in sicurezza sul lavoro e igiene alimentare, amante di calcio, tennis e sci.





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