Sempre di più le aziende stanno capendo l'importanza della sostenibilità, sia come responsabilità sociale che come opportunità a vantaggio del proprio business.
Con una sensibilità su queste tematiche che si sta diffondendo rapidamente, stanno nascendo anche figure specializzate nell'aiutare le imprese a gestire e raggiungere obiettivi sostenibili.
Con la prassi di riferimento UNI PdR 109/21 sono stati definiti i requisiti e i compiti relativi al Sustainability Manager (o Manager della sostenibilità) e del Sustainability Practitioner. Vediamo, di seguito, di cosa si occupano queste figure.
Le figure del Sustainability Manager e del Sustainability Practitioner
Le prassi di riferimento sono documenti adottati esclusivamente in ambito nazionale, che introducono prescrizioni tecniche e che vengono elaborati sulla base di un rapido processo ristretto ai soli autori (sotto la conduzione operativa dell'UNI).
Quindi non sono delle norme, ma c'è tempo fino a un massimo di 5 anni dalla pubblicazione perché vengano trasformate in documento normativo (altrimenti devono essere ritirate).
La prassi di riferimento UNI PdR 109/21, come anticipato, specifica compiti e attività del Sustainability Manager e del Sustainability Practitioner, con l'obiettivo di identificarne il livello di autonomia e responsabilità (in coerenza con il Quadro Nazionale delle Qualificazioni). E, di conseguenza, rendere omogenei e trasparenti i processi di valutazione della conformità.
Dunque, come riportato nella prassi, il Manager della sostenibilità è colui che si occupa di “sviluppare, implementare, monitorare e aggiornare il piano strategico di sostenibilità dell'organizzazione”, al fine di massimizzare i benefici e il dialogo costruttivo con gli shareholder e le diverse categorie di stakeholder.
Obiettivo generale del Sustainability Manager è anche quello di assicurarsi che, grazie a processi decisionali eticamente orientati, l'organizzazione:
- adotti un business model sostenibile, basato su prodotti o servizi con impatti socio-ambientali positivi;
- realizzi i processi attraverso una value chain con impatti socio-ambientali positivi.
Il Sustainability Manager può essere classificato come un "senior", ovvero come il professionista che "svolge attività di gestione a livello manageriale della sostenibilità in azienda e della responsabilità sociale d’impresa". Il Sustainability Practitioner, invece, è colui che supporta la figura del manager dal punto di vista operativo.
Compiti e competenze del Manager della sostenibilità
Al Sustainability Manager sono richieste due tipologie di prestazioni chiave. La prima area riguarda le prestazioni tecniche, che rappresentano il cuore di questa figura (e che sono richieste anche al Practitioner). La seconda, invece, ha a che fare con le prestazioni manageriali, con responsabilità che riguardano invece solo il Manager.
Nel dettaglio, i compiti del Manager della sostenibilità (ma anche del Practitioner) sono:
- sviluppo e monitoraggio di un business model sostenibile, in una prospettiva di lungo periodo (radicale o incrementale), con impatti positivi su stakeholder organizzativi e sull'ambiente naturale;
- sviluppo e monitoraggio, in una prospettiva di lungo periodo, di una value chain con positivi impatti sugli stakeholder organizzativi;
- sviluppo strategico degli impatti e rischi ambientali della value chain;
- promozione di comportamenti etici, in una prospettiva di lungo periodo, e prevenzione, correzione, sanzionamento di comportamenti non etici;
- svolgimento delle attività volte a creare una vision della CSR/sostenibilità, che sia allineata con strategia e cultura dell’organizzazione, realizzando iniziative e progetti che coinvolgano e attivino tutte le funzioni e Business Unit aziendali ai vari livelli organizzativi;
- gestione delle relazioni e della comunicazione, all'interno e all'esterno dell'organizzazione;
- orientamento strategico e cambiamento organizzativo e culturale, per il raggiungimento degli obiettivi coerenti con un business model sostenibile.
Le competenze richieste a queste due figure (Manager e Practitioner) sono molto trasversali. Spaziano, infatti, dalla business ethics alla business social relations, ma riguardano anche rendicontazione ambientale, risk management, analisi di materialità, business administration, teorie e tecniche di sostenibilità di prodotto e processo, , certificazioni sociali e ambientali.
Senza dimenticare, poi, le skill legate ad esempio a leadership, motivazione e gestione delle persone e del potere, comunicazione, change e project management, ecc.
Sostenibilità e sicurezza sul lavoro
Il concetto di sostenibilità, spesso erroneamente collegato solo all'aspetto ambientale, riguarda invece 3 pilastri fondamentali.
A ricordarcelo è l'acronimo di ESG, ovvero:
- Environment (ambiente);
- Social (sociale);
- Governance (gestione direzionale).
Ecco perché, anche nella sfera della sicurezza sul lavoro, ci sono azioni sostenibili che le aziende possono implementare (e in certi casi già stanno adottando) nel momento in cui rispettano determinate norme di legge. Alcune di esse sono obbligatorie, e sono ad esempio:
- D.Lgs. 152/2006, “Norme in materia ambientale” (o Testo Unico Ambientale);
- D.Lgs. 81/2008 ("Testo Unico sulla salute e sicurezza sul lavoro");
- D.L. 215/2021 (che rafforza gli obblighi e le responsabilità del preposto e prevede l'obbligo di formazione per il datore di lavoro).
Altre sono di natura volontaria, come ad esempio la certificazione ISO 14001 (sistema di gestione ambientale) e la ISO 45001 (sistema di gestione per la salute e sicurezza sul lavoro).
Per approfondire, qui trovi un articolo dedicato proprio a questo tema: Sicurezza sul lavoro e sostenibilità: un modello ESG è possibile?
Dunque, oggi essere "sostenibili" sul lavoro riguarda diversi aspetti. Quello ambientale, ma non solo. Elementi che possono migliorare i processi aziendali, la competitività sul mercato e, ovviamente, aiutare ad avere un impatto positivo sul pianeta.
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Scritto da: Valentina Vasselai RSPP, consulente e formatrice in ambito sicurezza sul lavoro e ambiente, appassionata di danza, gite in montagna e uscite in bicicletta. |